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Pubblicato il Blue Economy Report 2022

Effetti diretti e indiretti della Blue Economy italiana

 

Secondo quanto riportato a fine maggio 2022 nel “The EU Blue Economy Report 2022” a cura della Direzione Generale degli Affari Marittimi e della Pesca della Commissione Europea:

Data la sua posizione al centro del Mediterraneo, con circa 7.500 km di costa e oltre 600 comuni costieri, l'Italia è profondamente legata al mare.

La Blue Economy italiana gioca un ruolo centrale nell'andamento economico del Paese. Il suo valore diretto è una volta e mezzo superiore a quello dell'agricoltura. Un contributo importante arriva dal Mezzogiorno, che produce un terzo dell'intero valore della Blue Economy nazionale.

Dal 2012 l'Unione delle Camere di Commercio Italiane, Industria, Artigianato e Agricoltura (Unioncamere – Centro Studi delle Camere di commercio) misura la dimensione e performance della Blue Economy italiana. Secondo il suo IX Rapporto Nazionale sull'Economia del Mare, nel 2019 il Valore Aggiunto Lordo (valore delle merci e dei servizi prodotti) della Blue Economy italiana è stata pari a 47,5 miliardi di euro, corrispondenti al 3 % del totale dell'economia italiana. Ha impiegato direttamente 893,6 mila persone, pari al 3,5% del totale della forza lavoro italiana.

I cosiddetti "settori tradizionali" della Blue Economy (pesca, acquacoltura, turismo costiero, ma anche i sottosettori delle energie marine rinnovabili, le attività portuali, di costruzione navale, di trasporto marittimo) costituiscono da sempre l'ossatura dell'Economia Blu europea, e si confermano tali anche nell'anno 2019, anno di riferimento dei dati su cui è basato il report 2022.

Il Rapporto sottolinea anche il crescente interesse per i sottosettori più innovativi dell'Economia blu, come la bioeconomia blu, l'innovazione blue-tech, la robotica e le tecnologie per l'energia oceanica. Si tratta di tecnologie ancora agli albori, ma capaci di generare soluzioni sostenibili per accelerare la necessaria transizione. 

Transizione sempre più urgente, dato che mari ed oceani forniscono servizi ecosistemici cruciali, come la biodiversità, la funzione di carbon capture (sequestro di carbonio), oltre a garantire cibo sicuro e sano per l'alimentazione umana ed animale e materie prime per l'industria cosmetica, nutraceutica e farmaceutica. Tuttavia, gli ecosistemi marini sono sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento da plastica, eutrofizzazione e contaminanti di origine chimica. Nel Report, l'Europa si impegna a cercare di gestire gli impatti a lungo termine di queste pressioni, monitorando e se possibile anticipando le tendenze. 

https://op.europa.eu/s/whnE 


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